Italia-Israele, rilanciata la collaborazione su agricoltura e difesa
La rassegna stampa di «INFORMAZIONE CORRETTA»
Testata: La Stampa
Data: 14 febbraio 2020
Pagina: 21
Autore: Fabiana Magrì
Titolo: «Dall’agrifood alla difesa, Pisano rilancia in Israele le pmi italiane»
Sul palco di OurCrowd, la conferenza internazionale degli investitori a Gerusalemme, la ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, ha presentato il piano strategico 2025 per l’Italia e l’ha portato in dote negli incontri a tu per tu con i grandi della Start-Up Nation, da Ami Appelbaum, presidente del CdA dell’Innovation Authority israeliana, a Erel Margalit, presidente del fondo di investimenti “Jerusalem Venture Partners“. «L’Italia deve diventare la porta d’entrata per l’Europa – ha detto in un incontro a cui ha partecipato anche l’ambasciatore Gianluigi Benedetti – Israele ha bisogno di scalare le sue innovazioni e noi di spingere le nostre aziende a diventare più innovative». Il tandem tra i due Paesi del Mediterraneo, che già pedala a gran velocità in comparti come l’aerospaziale, potrebbe essere pilotato verso altri settori d’eccellenza naturale per l’Italia, come l’agrifood, la moda e la produzione.
Come evoluzione del patto di collaborazione firmato a novembre tra Torino City Lab e l’Israel Innovation Authority, la missione del ministro Pisano intende ampliare l’accordo su scala nazionale. «Vogliamo applicare l’intelligenza artificiale/wiki] nel pubblico affinché diventi un richiedente d’innovazione. Così come dovrebbero fare le grandi aziende partecipate dallo Stato – come FS, Poste, Rai – che possono aumentare la domanda d’innovazione». La ministra Pisano ha elogiato, come esempio da ripetere da parte di altre aziende, il caso di Enel che a Tel Aviv ha aperto un hub, supportato dai governi israeliano e italiano, per sviluppare innovazione ed attrarre start-up. Dal dialogo con il ministro dell’Economia israeliano, Eli Cohen, e con l’ambasciata italiana, è nato invece il progetto di un «Innovation Day», fissato a Tel Aviv in giugno, dedicato a un settore specifico da individuare, per sollecitare incontri bilaterali tra aziende. «Per crescere come Paese – conclude – bisogna pensare a livello globale, importare le migliori competenze e spingere pubblico e privato a collaborare».