«Il Signore non ha permesso all’angelo sterminatore di colpirli». Il grande terremoto seicentesco attraverso le cronache degli ebrei di Lugo
Forse pochi sanno che l’antica comunità ebraica di Lugo ha prodotto veri e propri tesori documentari che per troppo tempo sono stati sepolti nell’oblio. La cittadina romagnola, infatti, essendo stata uno dei più importanti centri per la cultura ebraica italiana ed europea nel corso dei secoli XVII e XVIII, ha dato vita a libri manoscritti, manufatti preziosi che ci permettono di fare importanti considerazioni di carattere economico e sociale, nonché scoprire l’attività intellettuale e gli interessi di una società minoritaria del tempo.
L’archivio della comunità non fu completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma venne inviato in Israele presso i Central Archives for the History of the Jewish People di Gerusalemme ed è qui che sono conservati gran parte dei registri contenenti i verbali delle sedute consiliari compilati dagli ebrei lughesi fra il Sei e l’Ottocento. Tra questi, il terzo registro comunitario, fu redatto quasi interamente in italiano e copre un arco cronologico di circa un secolo, dal 1670 al 1759. La lettura dei verbali permette non solo di ricostruire l’organizzazione della vita degli ebrei di Lugo – che a inizio Seicento divenne una delle più grandi comunità ebraiche italiane raggiungendo il numero di 606 ebrei su 6.000 lughesi, pari a oltre il dieci per cento dell’intera popolazione –, ma fornisce anche moltissime notizie relative alla vita della comunità stessa, vista da una prospettiva interna.
All’interno del quadro di informazioni che si può delineare, emerge tuttavia un verbale inconsueto, vergato interamente in ebraico, in cui viene documentato un evento eccezionale: il violento terremoto dell’11 aprile 1688. Il sisma provocò gravi danni e vittime nelle vicinanze di Lugo, ma solo una serie di crolli all’interno del ghetto, senza colpire persone o causare morti. Lo scampato pericolo fu considerato dagli ebrei come opera della misericordia divina che volle risparmiare i figli del suo popolo donando loro la salvezza e desiderarono quindi rendere grazie a Dio poiché, come si legge nel documento, Il Signore è passato sulle case degli ebrei di Lugo e non ha permesso all’angelo sterminatore di colpirli.
Ecco la versione italiana con i passi più significativi:
Che sia a memoria dei figli di Israele, per le loro generazioni, il fatto che la vigilia di martedì 20 del mese di Nisan anno 1688, si sono radunati i signori Massari con gli altri signori membri del consiglio […] nella sinagoga della comunità, convocati per parlare del violento terremoto che con forza terribile si è abbattuto su queste terre, domenica 11 del mese e dell’anno menzionati, fra le ore 17 e le 18 circa. E lodarono il Signore e il Suo nome, poiché per i figli di Israele fu un miracolo, dato che tutti coloro che si trovavano nelle loro residenze sono rimasti illesi […]. Infatti, mentre nelle terre vicine il disastro ha colpito molti dei loro abitanti e causato il crollo delle loro case, al contrario il Signore è passato sulle case degli ebrei di Lugo e non ha permesso all’angelo sterminatore di colpirli, liberando quindi le nostre anime, grazie alla sua grande misericordia e alla sua protezione che è sempre rimasta su di noi […]. Perciò i membri della comunità si sono prostrati e inchinati proclamando: «Benedetto il Signore che non ci ha privati della sua misericordia e della sua fedeltà». Per questo, incombe su di noi il dovere di fare memoria dei suoi prodigi, affinché le nostre generazioni conoscano la grazia e la misericordia che egli ha usato con noi. Si è quindi concordato all’unanimità […] che, a perenne memoria del miracolo di quel giorno, sia i membri del consiglio, sia tutta la nostra santa comunità attuale, come anche quella che verrà in futuro, debbano accendere ogni anno […] un candelabro nella sinagoga […] Si è inoltre stabilito di fissare, in quello stesso giorno all’ora del prodigio, mezza giornata di festa […] per ringraziare e celebrare […] Colui che ha operato per noi questo miracolo, […] e diremo al suo cospetto: Alleluia! […].
Tratto da Lolli, E., Il terremoto del 1688 risparmiò la comunità ebraica lughese, «Il Nuovo Diario Messaggero», 14 marzo 2015, n. 10, p. 24.