Ecco il modello di Israele per combattere il virus: tecnologia al centro
Testata: Il Foglio
Data: 22 aprile 2020
Pagina: 2
Autore: Rolla Scolari
Titolo: «La startup nation e il virus»
Centosettanta dipendenti coordinati in remoto, in tutta Israele ma anche all’estero. Lavorano tramite Zoom, Slack e le diverse piattaforme che in queste settimane di isolamento forzato permettono a milioni di persone di interagire e comunicare. Yovav Meydad supervisiona le operazioni da casa, da una comunità rurale nel sud di un paese che inizia ad allentare in queste ore le restrizioni, dopo settimane di confinamento. È il vicepresidente di Moovit. L’azienda israeliana fornisce informazioni sulla mobilità in decine di paesi attraverso una app che sfrutta i dati delle agenzie di trasporto pubblico locali e il crowdsourcing. Dal punto di vista della produttività, racconta al telefono Meydad, la sua squadra è molto attiva in questi giorni, perché i cambiamenti in atto nel mondo a causa dell’emergenza coronavirus hanno indebolito la frequenza del trasporto pubblico, ma non hanno eliminato la sua necessità. Al contrario: lavoratori e dipendenti di settori chiave, dalle banche ai supermercati, devono quotidianamente raggiungere i loro posti di lavoro. E devono poterlo fare in sicurezza. In Israele, la startup nation, il 10 per cento della forza lavoro è impiegata nel settore dell’hi-tech, secondo i dati della stampa locale. È inevitabile che in un momento di crisi senza precedenti governo, amministrazioni pubbliche locali, strutture sanitarie e il vasto settore tecnologico collaborino nel tentativo non soltanto di arginare i contagi e agevolare le guarigioni, ma anche di rendere più tollerabile la vita dei milioni di cittadini in isolamento, quarantena, o al lavoro nei servizi essenziali.
In Israele i contagi sono quasi 14 mila e i morti 181. Ora che i medici hanno registrato per la prima volta più guarigioni che contagi, le autorità hanno dato il via a una parziale riapertura. In queste settimane innumerevoli startup e aziende hitech israeliane stanno adattando le loro ricerche, studi, prototipi, dispositivi e app già esistenti alle nuove esigenze dettate dalla crisi sanitaria.