Torino: all’Ospedale Mauriziano alleanza sanitaria Piemonte-Israele
La rassegna stampa di «INFORMAZIONE CORRETTA»
Testata: La Stampa
Data: 27 febbraio 2019
Pagina: 47 (cronaca di Torino)
Autore: Federico Callegaro
Titolo: «Tele-medicina, big data e terza età. Alleanza sanitaria Piemonte-Israele»
Il sistema sanitario piemontese va a scuola da quello israeliano e viceversa. È stato un incontro tra due mondi che hanno scoperto di essere più simili di quello che credessero quello che si è tenuto ieri pomeriggio all’ospedale Mauriziano. Da una parte i professionisti delle aziende sanitarie locali del nostro territorio, dall’altra due professionisti della sanità che lavorano in Israele. Incontro proficuo che è nato grazie all’interessamento di Rosanna Supino dell’Associazione medica ebraica e di Angelo Pezzana, che ha lavorato da tramite per organizzarlo.
«Penso che incontri come questo siano un’ottima opportunità di scambiare idee e creare collaborazioni. Che possono toccare più aspetti, primo tra tutti cercare di capire quali sono le sfide simili che il nostro sistema sanitario e il vostro devono affrontare in futuro, e quali sono le soluzioni che possiamo mettere in campo – afferma Nadav Davidovitch, direttore della scuola di Sanità Pubblica dell’Università Ben Gurion del Negev, intervenuto ieri al Mauriziano -. Penso a cose come il ridurre le diseguaglianze in campo medico, affrontare l’invecchiamento della popolazione, potenziare la tele-medicina e la medicina digitale e intelligente. E promuovere politiche utili non solo a curare le malattie ma anche a prevenirle».
Le sfide del futuro
Ma come si caratterizza la sanità in Israele? «La cosa più importante è che abbiamo una forte comunità medica e un sistema sanitario universalistico che tutela tutti i cittadini e che viene anche aiutato da quattro associazioni no profit. Poi che abbiamo una fortissima digitalizzazione medica che adesso viene anche usata per promuovere una medicina personalizzata, ritagliata sulle esigenze del paziente grazie allo studio dei big data – prosegue Davidovitch -. Le sfide che ci aspettano adesso sono legate all’invecchiamento della popolazione. Israele, quando è nato, era un Paese molto giovane. Ora sta invecchiano. Questo si porta dietro la necessità di studiare soluzioni per affrontare il numero delle cronicità. Secondo tema da affrontare è ridurre l’ineguaglianza nell’accesso alle cure, specialmente nelle aree periferiche del Paese. In più dobbiamo implementare il numero di infermieri e di spazi per formarli”. Ma per il direttore ci sono anche cose che Israele deve imparare dall’Italia: «Trovo meraviglioso il fatto che il vostro sia un sistema universalistico che concede cure anche ai non cittadini. È una cosa che dovremmo importare, imparando come si fa dall’Italia».