L’AISG compie 40 anni
L’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo (AISG) compie quarant’anni.
L’AISG fu fondata nel 1979 a Bologna, costituita con atto pubblico del 13-12-1979 n° 92976 di repertorio a rogito del Notaio Antonio Stame, presso la sede di quello che allora si chiamava Centro di documentazione per le scienze religiose, fondato da Giuseppe Dossetti nell’autunno del 1952 a Bologna. L’associazione ha oggi sede legale in Ravenna, via Degli Ariani n. 1 presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Bologna.
La storia viene ripercorsa nel volume di Mauro Perani,Storia dell’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo e di Italia Judaica. Con un indice generale di tutte le annate di “Materia giudaica” 1996-2018, Giuntina, Firenze, 2019.
L’opera contiene la prima storia dell’AISG, ricostruita sulla base delle sue vicende e di tutti i suoi 33 congressi, dal primo svoltosi nel 1980 all’ultimo del settembre 2018. Si parte dalla fondazione dell’AISG, il cui primo segretario fu Mauro Pesce, al quale successe Angelo Vivian, segretario molto attivo, a cui si deve, nel 1991, la stampa del primo AISG Bollettino. Alla morte improvvisa di Vivian, nel settembre del 1991, seguì un momento di crisi, superato dal terzo segretario Giulio Busi che nel 1996 fondò la rivista Materia giudaica, allora un bollettino di qualche decina di pagine e senza un’editrice. Busi la diresse fino al 1999, quando passò a Mauro Perani la direzione, ruolo che detiene dal 2000 a oggi. È importante aver ricostruito questa storia, non solo perché nessuno l’aveva mai raccontata, ma anche perché altrimenti essa sarebbe stata destinata a scomparire per sempre nell’oblio. L’AISG ha svolto un ruolo importante nella rinascita degli studi ebraici in Italia, in Europa e nel mondo ed è bene che il suo ruolo e la sua storia siano preservati e resi noti. Questa storia interesserà certamente i veterani, che leggendola proveranno piacevoli ricordi e nostalgiche sensazioni, ma certamente, ancor di più le nuove generazioni di giovani ebraisti e storici dell’ebraismo, a cui essa è indirizzata in maniera particolare e che non hanno vissuto le vicende narrate in questo libro.
Di questo traguardo parla anche Giulio Busi sul Sole 24 ore di oggi, 28 luglio 2019.